Negli USA (presso la Loma Linda University) è stato condotto uno studio prospettico di vaste dimensioni che ha coinvolto più di 41.000 soggetti di cui 15.200 uomini e 26.187 donne (con un 17.3% di soggetti neri) tutti membri della Chiesa Avventista, residenti tra il Canada e gli Stati Uniti.
Il tipo di popolazione è pertanto abbastanza omogeneo per quanto riguarda la scarsa abitudine al fumo, lo scarso consumo di alcol ed una buona consapevolezza dello stato di salute.

Questa omogeneità nel campione permette di eliminare fattori confondenti e di far risaltare più chiaramente l’ associazione tra dieta e salute.
Dallo studio sono stati esclusi i diabetici già diagnosticati, in quanto lo scopo era di rilevare l’ incidenza di nuovi casi di diabete .

I Partecipanti sono stati suddivisi in due gruppi : neri ( afroamericani, caraibici , africani) e non neri ( bianchi non ispanici, ispanici, mediorientali, asiatici , hawaiani, nativi americani , nativi delle isole del Pacifico), in quanto come noto i neri hanno un più elevato rischio di diabete.
Per quanto riguarda il tipo di alimentazione la suddivisione era la seguente:
1) Vegani : non assumevano cibi di origine animale (carne rossa, pollame, pesce, uova, latte , prodotti caseari 1 volta / mese, ma non carne o pesce ( carne rossa, pollame, pesce 1 volta/ mese e/o uova e prodotti caseari ma non carne o pollame ( 1 volta / mese e 1 volta / settimana.

In realtà come noto i modelli alimentari occidentali prevedono il consumo di carne rossa anche quotidianamente, per cui sarebbe interessante verificare l’incidenza anche su questo tipo di popolazione.

Oltre al tipo di alimentazione si indagavano varie abitudini ( ore trascorse davanti alla TV, attività fisica, ore di sonno, fumo ), età, sesso , il livello di istruzione e il reddito.
Lo studio è stato condotto per tre anni ( 2004-2007) al termine dei quali sono stati rilevati 616 nuovi casi di diabete ( 1.5%).
I partecipanti che avevano sviluppato diabete erano: più vecchi, in maggior percentuale neri, con un più elevato BMI, con un minor livello culturale e reddito più basso, guardavano più televisione, erano meno attivi fisicamente, dormivano meno, erano fumatori o ex fumatori .
Per quanto riguarda il tipo di alimentazione l’ incidenza di diabete aumentava progressivamente passando dalla categoria dei vegani, ai LOV, pesco-vegetariani, semivegetariani e non vegetariani .
I dati conclusivi ( corretti per età, BMI, stile di vita, fattori socio-demografici : genere, etnia, reddito, istruzione) sono stati i seguenti: l’ etnia nera è associata ad un aumento di incidenza di diabete, come l’ età, il genere maschile, e il BMI più elevato , mentre un reddito maggiore e una migliore qualità del sonno correlavano con un rischio minore.
Le diete vegane, LOV e semivegetariane erano associate con minor incidenza di diabete nei non neri, nel gruppo dei neri invece, solamente la dieta vegana e LOV presentavano questa associazione . Questi risultati suggeriscono come una dieta a base vegetale potrebbe contrastare l’ aumentato rischio di diabete nelle popolazioni nere.

Dei tre tipi di dieta quella che garantisce maggior protezione sembrerebbe essere quella vegana , ma nonostante anche gli altri due tipi abbiano dato risultati sovrapponibili, gli autori suggeriscono di interpretare i risultati con attenzione , dato il bassissimo numero di vegani che hanno sviluppato diabete .
Questi i risultati in percentuale:
– 1.5% dei casi di diabete sulla popolazione esaminata;
– Vegani: 0.54%;
– semivegetariani: 0.92%;
– LOV: 1.08%;
– Pesco-vegetariani 1.29%;
– Non vegetariani : 2.12%.
La protezione potrebbe in parte dipendere dal più basso BMI dei vegetariani rispetto ai non vegetariani, tuttavia, anche escludendo il BMI l’ associazione rimane forte.
Altro fattore di protezione potrebbe essere la minor densità energetica dei cibi vegetali, il minor indice glicemico, il maggior contenuto in fibre.
Le altre caratteristiche delle diete vegetariane con effetto protettivo sono l’ utilizzo di cereali integrali, di legumi , tutti cibi che migliorano il controllo glicemico, rallentano l’ assorbimento dei carboidrati e riducono il rischio di diabete.

Dott.ssa  Donata Decima

Fonte:
“Vegetarian diets and incidence of diabetes in the Adventist Health Study-2”. Fraser GE et al; Nutr Metab Cardiovasc Dis. 2011 Oct 7
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21983060

– http://www.fondazioneveronesi.it