Questo è quanto emerge da un recente studio pubblicato su Cancer Research.
Secondo i ricercatori della T Jefferson University è possibile che una dose fisiologicamente raggiungibile di curcumino – un polifenolo (un isoflavone) che impartisce il colore giallo e abbondantemente rappresentato nel curry – sia in grado di rallentare la crescita del tumore alla prostata e di altre neoplasie quali ad esempio il tumore al seno, oltre che implementare l’efficacia delle terapie anti-tumorali.

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La sua funzione si esplica con il blocco di due recettori p300 e CPB (o CREB1-binding protein) che sono strettamente legati all’incidenza di alcuni tumori ed in particolare sono indici predittivi di crescita tumorale. I due recettori sono anche in grado di interferire con le terapie antitumorali quali ad esempio l’ADT (androgen deprivation therapy).

Recentemente il curcumino aveva destato l’interesse della comunità scientifica per i suoi numerosi effetti positivi su altre patologie cronico-degenerative quali ad esempio l’Alzheimer, il diabete e l’artrite. Oggi a questi si aggiungono sia la capacità di bloccare il ciclo vitale e di sopravvivenza delle cellule tumorali che la capacità di agire come agente terapeutico. Si aprono dunque nuove prospettive.

Fonte: Targeting pioneering factor and hormone receptor cooperative pathways to suppress tumor progression