10 aminoacidi per eliminare l’effetto tossico del glutine – miscela proteica peculiare di alcuni cereali quali frumento, orzo e segale e ben noto, trigger ambientale della celiachia.

A scoprire questo frammento proteico, identificato dalla sigla pRPQ, è stato il gruppo di ricerca diretto dal Prof. Silano dell’Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con altri Istituti quali il Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura, l’Università di Foggia ed il San Raffaele di Milano.

Al momento i risultati pubblicati su Journal of Cereal Science sono stati ottenuti in vitro. Riproducendo la mucosa intestinale è stato possibile osservare che il decapeptide è in grado di impedire alla gliadina – frazione che rappresenta circa il 45% del glutine – di esercitare il suo effetto tossico.

Questi primi risultati potrebbero dunque portare ad un’ipotesi di farmaco nella cui composizione potrebbe entrare il pRPQ, ma prima di creare forti aspettative è necessario avere risultati in vivo cioè su volontari umani celiaci.

La celiachia è una enteropatia immuno-mediata causata dall’ingestione di glutine in soggetti geneticamente predisposti. E’ sicuramente la forma di intolleranza alimentare più diffusa nel mondo, compresi i Paesi orientali, pertanto costituisce un non trascurabile problema di salute pubblica.

Recenti studi hanno evidenziato che la reattività al glutine non è però solo celiachia, si parla infatti di disturbi glutine correlati. Di recente inquadramento clinico la Sensibilità al glutine oltre all’atassia da glutine, l’allergia al glutine e la dermatite erpetiforme. Tutte sono accumunate da un’unica terapia: la dieta priva di glutine.

I risultati della ricerca sono dunque di estrema importanza in quanto non tutti i pazienti hanno una buona compliance alla dieta gluten free. Ad oggi avere una formulazione idonea che permetta una protezione della mucosa intestinale dall’anomala reazione immunitaria tipica dei soggetti celiaci, costituisce sicuramente un importante successo.

Per leggere l’abstract dell’articolo cliccare sul seguente link:
http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0733521012000057

Letizia Saturni