È stato da poco pubblicato uno studio pioniere riguardante l’ applicazione di tecniche di metabolomica per analizzare gli effetti della dieta mediterranea arricchita con frutti secchi, in pazienti con sindrome metabolica.

Secondo  l’Organizzazione Mondiale della Sanità, questa “costellazione” di disordini metabolici risulta dalla compresenza di almeno tre delle seguenti condizioni: 1) obesità, 2) resistenza all’insulina, 3) ipertensione, 4) bassi livelli di colesterolo HDL e 5) ipertrigliceridemia), colpisce il 20% della popolazione adulta mondiale e risulta  legata a uno stato di infiammazione cronica e stress ossidativo, oltre ad essere associata ad un aumentato rischio di diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari.

Da tempo si sa che la dieta svolge un ruolo cruciale sia nella  prevenzione che nel trattamento della sindrome metabolica. Diversi alimenti, tipici della dieta mediterranea sono da anni sotto osservazione per via dell’ associazione  tra relativo consumo e riduzione delle condizioni patologiche che caratterizzano la sindrome. Tra questi, i frutti secchi, e in particolare noci, mandorle e nocciole,  sono tradizionalmente associate alla dieta mediterranea.

La complessa e densa composizione in  macro e micronutrienti presente nei frutti secchi risulta studiata da tempo (PUFA, MUFA, amminoacidi essenziali, magnesio, fibra alimentare..) .

Questi sembrano contribuire in modo sinergico, al globale effetto protettivo contro l’insorgenza di patologie metaboliche e cardiovascolari.
A rendere il quadro ancora più complesso, vi è la crescente consapevolezza che attualmente le informazioni raccolte in merito potrebbero rappresentare soltanto una visione parziale e incompleta delle potenzialità complessive di questi alimenti, dal momento che altri componenti meno studiati, potrebbero  svolgere un ruolo nella promozione della salute.

Soprattutto, emerge un  particolare interesse per la comprensione del ruolo dei polifenoli nel ridurre il rischio cardiometabolico, tuttavia i meccanismi d’azioni e i singoli composti implicati in questa azione protettiva, non sono ancora del tutto chiari.

I principali polifenoli contenuti nella “pelle” dei frutti secchi sono tannini ad alto peso molecolare (proantocianidine e ellagitannini), i quali una volta ingeriti possono essere assorbiti dall’organismo soltanto dopo che la microflora batterica intestinale li abbia metabolizzati e convertiti in molecole di piú basso peso molecolare (ad ed. le urolitine provenienti dagli ellagitannini delle noci).

Afavorire la ricerca di nuovi legami tra l’alimentazione e gli effetti sulla salute, viene in aiuto la matabolomica.

Si tratta di una tecnologia “omica” in rapida evoluzione , la quale si avvale dell’analisi “non focalizzata” di tutti i metaboliti endogeni ed esogeni contenuti in un fluido biologico, attraverso l’ausilio di strumenti avanzati di NMR o spettrometria di massa, analisi statistica e bioinformatica.

L’approccio metabolomico ha quindi il potere di individuare piccoli cambiamenti nel metabolismo e nell’omeostasi del corpo, ampliando la gamma dei possibili risultati .Un metodo quindi  in grado di rilevare nuovi marcatori (inizialmente non cercati ), indicatori  sia del consumo di un certo tipo di alimenti, sia dei rischi di malattia e dei cambiamenti globali nello stato di salute di un paziente.

Lo studio in riferimento, pubblicato sul Journal of Proteome Research, si basa sull’analisi di campioni di urina di  un gruppo di pazienti con MetS, sottoposti a una dieta ricca di noci, mandorle e nocciole, rispetto a pazienti sottoposti a una dieta ”controllo”, seguiti per 12 settimane.

Come documentato in studi precedenti, i soggetti sottoposti alla dieta ricca di frutti secchi osservarono un miglioramento nei marcatori clinici di stress ossidativo, infiammazione e sensibilità all’insulina.

Dal punto di vista metabolomico, i ricercatori hanno analizzato lo spettro di composti escretati a livello urinario, osservando una serie di cambiamenti significativi dopo il consumo di frutti secchi.  In particolare, nei pazienti sottoposti a una dieta ricca di frutta secca, si osservò un aumento nell’escrezione urinaria di metaboliti del triptofano e della serotonina, un neurotrasmettitore chiave nella trasmissione degli impulsi nervosi, oltre che nella regolazione dell’appetito e del metabolismo.

Tra i marcatori di consumo di frutti secchi, furono identificati anche composti provenienti dal metabolismo batterico dei polifenoli contenuti nelle noci.

L ‘ipotesi che queste molecole possano contribuire alla promozione della salute resta aperta e si fa strada.

Ció che rimane da chiarire é se questi metaboliti abbiano un ruolo diretto o indiretto nella promozione della salute, e dei  meccanismi di azione implicati.

Per leggere l’abstract dell’articolo cliccare sul  seguente link:

http://pubs.acs.org/doi/abs/10.1021/pr200514h

Sara Tulipani