Un recente studio, pubblicato sul Journal of Food Science, evidenzia che la carne di agnello da latte puó migliorare il profilo lipidico dei prodotti alimentari per neonati; i ricercatori, però, fanno notare che bisogna prestare attenzione alle tecniche di lavorazione utilizzate, affinchè non vengano persi gli acidi grassi essenziali.

I ricercatori, guidati dalla Dottoressa Anna Nudd dell’Università degli Studi di Sassari, Italia, sostengono che la carne di agnello da latte rappresenta una interessante e potenziale risorsa di acidi grassi omega-3, in particolare di alcuni acidi grassi polinsaturati a catena lunga (PUFAs) che sono essenziali per ottimizzare la crescita del neonato ed il suo sviluppo.

Infatti è noto che gli acidi grassi, soprattutto quelli polinsaturati a catena lunga (PUFAs), sono molto importanti per una corretta crescita e sviluppo, sia del feto che del neonato. Tra questi, risultano particolarmente interessanti l’acido arachidonico (ARA) e l’acido docosaesaenoico (DHA), che sono essenziali per lo sviluppo e per le funzioni del cervello e della retina.

Un apporto inadeguato di acidi grassi omega-6 ed omega -3 puó avere un impatto negativo sullo sviluppo del sistema nervoso centrale e, a lungo termine, puó generare problemi nel bambino come difficoltà di apprendimento e riduzione della funzione visiva.

Quindi, un apporto adeguato di acidi grassi PUFAs, è molto importante durante l’infanzia: gli esperti in nutrizione infantile raccomandano un loro sostanzioso consumo alimentare e suggeriscono che il rapporto migliore tra acidi grassi essenziali omega-6 e omega-3 è di 8:1 (Institute of Medicine, 2002).

In molti Paesi sviluppati, i prodotti alimentari per neonati fatti con carne e pesce, sono consumati già dopo i primi 4 mesi di vita del neonato. Durante lo svezzamento, la carne è spesso inclusa nella dieta del neonato nella sua forma commerciale liofilizzata (LIO) e omogeneizzata (HO), dal momento che questi prodotti sono considerati pratici da usare e sono altamente digeribili; inoltre si suppone che siano più sicuri e bilanciati da un punto di vista nutrizionale rispetto ai cibi preparati a casa.

Il nuovo studio ha voluto confrontare la composizione e il contenuto di acidi grassi della carne fresca di agnello da latte con quelli dei prodotti omogeneizzati e liofilizzati che contengono carne d’agnello.

I risultati di tale studio hanno evidenziato che il contenuto di omega-3 era più alto nella carne fresca (3 volte di più) rispetto ai prodotti commerciali. Ció è dovuto all’alto contenuto dell’acido alfa-linoleico (1.5 volte più alto), dell’acido eicosapentaenoico (6 volte più alto) e dell’acido docosaesaenoico (10 volte più alto). Inoltre hanno notato che la quantità di acido arachidonico era 6 volte maggiore nella carne fresca rispetto alla formula dei prodotti liofilizzati e omogeneizzati.

In generale la composizione di acidi grassi era più simile fra i prodotti liofilizzati e la carne fresca che fra gli omogeneizzati e la carne fresca; probabilmente,  ció è dovuto agli alti livelli di oli vegetali che sono aggiunti ai prodotti omogeneizzati. Questi oli sono comunemente usati come ingredienti dei prodotti omogeneizzati e come conseguenza alterano la composizione degli acidi grassi.

Inoltre gli autori hanno riportato che il rapporto trovato fra omega-6 e omega-3 era di 19:1 nei prodotti omogeneizzati, quindi un rapporto sbilanciato. Al contrario nella carne fresca e liofilizzata il rapporto risultava bilanciato, cioè molto vicino a quello raccomandato di 8:1.

I ricercatori quindi dicono che questi risultati possono avere una speciale implicazione per l’industria dei prodotti alimentari per bambini. L’utilizzo della carne d’agnello da latte per l’alimentazione del neonato puó essere una buona strada per migliorare il contenuto di acidi grassi essenziali dei prodotti liofilizzati e aumenterebbe non solo la quantità degli acidi grassi essenziali ,ma anche di altri nutrienti importanti come il ferro.

Per leggere l’abstract dell’articolo cliccare sul seguente link:
http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/j.1750-3841.2010.02027.x/abstract