Il resveratrolo, un polifenolo presente in uva, vino rosso, cioccolato e certe bacche e radici, è considerato un composto con potenziali effetti antiossidanti, anti-infiammatori e antitumorali per gli esseri umani. In organismi inferiori, l’assunzione di resveratrolo è stata previamente correlata alla longevità, ma non ci sono evidenze del suo effetto sull’uomo.
Qualche settimana fa è stato pubblicato uno studio su JAMA, avente l’obiettivo di determinare un’eventuale relazione tra i livelli di resveratrolo conseguiti con la dieta, valutati attraverso l’escrezione urinaria di composti provenienti dal metabolismo del resveratrolo e parametri di infiammazione, cancro, malattie cardiovascolari e tasso di mortalità per tutte le cause negli esseri umani, attraverso l’analisi di dati provenienti da uno studio di coorte prospettico (Invecchiare in Chianti, InCHIANTI), condotto nel periodo 1998-2009 in 2 villaggi della zona del Chianti, su un campione di popolazione di 783 uomini e donne residenti di 65 anni.
Il principale parametro valutato è stato la mortalità per tutte le cause. Gli esiti secondari considerati furuno i livelli serici di marcatori di infiammazione (proteina C-reattiva serica, interleuchine IL-6 e IL-1β, e il fattore di necrosi tumorale [TNF]) e l’incidenza di cancro e malattie cardiovascolari.
Durante i 9 anni di seguimento, il 34,3% dei partecipanti è morto (268 persone). Dividendo la popolazione in quartili, in funzione dell’escrezione urinaria di metaboliti del resveratrolo (indice di assunzione attraverso la dieta), la percentuale di partecipanti che sono morti per tutte le cause è stata, dal quartile più basso al più alto, del 34,4%, 31,6%, 33,5% e 37,4%, rispettivamente (P = .67). I partecipanti nel quartile con escrezione più bassa di resveratrolo totale urinario avevano un rapporto di rischio della mortalità di 0,80 (95% CI, 0,54-1,17) rispetto a quelli nel più alto quartile.
Inoltre, i livelli di resveratrolo non sono stati associati significativamente a nessuno dei marcatori infiammatori e delle malattie cardiovascolari o proliferative valutati, né con indici predittivi di mortalità per tutte le cause.
Per questo motivo, gli autori hanno concluso che i livelli di resveratrolo raggiunti con una dieta occidentale non hanno un notevole influsso sullo stato di salute e sul rischio di mortalità della popolazione in studio.
Sara Tulipani
Il riferimento bibliografico:
Semba et al. JAMA Intern Med. 2014 May 12. doi: 10.1001/jamainternmed.2014.1582. Resveratrol Levels and All-Cause Mortality in Older Community-Dwelling Adults.