L’ortoressia nervosa (ON) è un disordine del comportamento alimentare poco descritto, che consiste in una ossessione patologica per il cibo, generalmente si associa: (a) all’esigenza di conoscere ogni singolo ingrediente di un alimento; (b) alla necessità di programmare i pasti; (c) alla paura di ”contaminare” il corpo; (d) al disgusto verso l’ingestione di alimenti contenenti composti di origine non naturale; (e) ad un continuo desiderio di disintossicarsi/depurarsi; (f) all’auto-disapprovazione quando la dieta non è strettamente seguita; (g) alla non accettazione di persone che seguono diete diverse; (h) alla difficoltà nello stabilire rapporti con persone che non condividono questi punti di vista.
Il disordine ha spesso tendenza a cronicizzare, e può avere un impatto significativo sulla persona, in termini sia di qualità della vita che di compromissione dello stato nutrizionale. Per cui, anche anche se attualmente non esistono linee guida cliniche per trattare i comportamenti fobici associati al disturbo, la ON viene considerata dannosa per la salute umana.
La pratica di discipline fisiche e mentali come lo yoga, la cui popolarità è in crescente aumento nei paesi occidentali, favorisce naturalmente un cambiamento nello stile di vita dei praticanti, che adottano abitudini alimentari sane, comprese veganismo e vegetarismo, cessazione del tabagismo o riduzione del consumo di alcol.
A causa della impatto che lo yoga e lo stile di vita ad esso associato potrebbero avere sulla salute pubblica, è importante valutare i diversi aspetti della pratica dello yoga, compresi i possibili effetti negativi sul comportamento alimentare dei praticanti.
Ricercatori dell’istituto IMDEA-Food di Madrid, in collaborazione con esperti di Ashtanga Yoga di centri di Madrid e Malaga (Spagna), hanno recentemente ipotizzato una alta prevalenza della ON in comunità praticanti ashtanga yoga. Ashtanga è uno stile di yoga dinamico, fisicamente impegnativo, che richiede autodisciplina e pratica ripetuta, che frequentemente porta i praticanti a modificare profondamente il proprio stile di vita e comportamenti alimentari, con eventuale maggiore propensione ad un’eccessiva attenzione verso il cibo, al suo presunto valore nutrizionale, alla composizione e all’origine.
Per verificare l’ipotesi postulata, i ricercatori hanno studiato la prevalenza di ON in una comunità locale di ashtanga yoga, utilizzando un questionario validato (ORTO-15) per la diagnosi di ON e applicando una soglia diagnostica (punteggio risultante dall’ORTO-15 ≤ 40) precedentemente stabilita e “corretta” rispetto al valore generalmente utilizzato per gli atleti.
Tra i 136 soggetti intervistati, il punteggio medio ottenuto con l’ ORTO-15 punteggio (che è stata distribuita normalmente) fu di 35,27 ± 3,69. L’86% degli intervistati ha ottenuto con il questionario un punteggio ORTO-15 inferiore a 40, e non si è registrata nessuna associazione significativa all’età o all’indice di massa corporale degli intervistati. Analizzando la distribuzione differenziale della ON nella coorte, si è registrata una associazione inversa tra il punteggio ORTO-15 e la pratica del vegetarianismo.
Gli autori dello studio pilota concludono l’analisi suggerendo un’ attenta riflessione da parte di categorie professionali quali insegnanti di yoga e discipline relative, al fine di evitare che l’eccessivo riferimento a uno stile di dieta sano, componente naturale della pratica dello yoga, possa indurre allo sviluppo del disordine.
Sara Tulipani
Riferimento bibliografico:
Herranz Valera J, Acuña Ruiz P, Romero Valdespino B, Visioli F. Prevalence of orthorexia nervosa among ashtanga yoga practitioners: a pilot study. Eat Weight Disord. 2014 May 23.