microbiota01I risultati di uno studio, promosso dalla Texas A & M University e la University of North Carolina School of Medicine, sugli effetti della dieta complessa e dei recettori ormonali degli estrogeni sul microbiota intestinale, è stato pubblicato sul numero di settembre di Applied and Environmental Microbiology. Ad oggi, la ricerca ha dimostrato che la promozione della crescita di alcuni microrganismi intestinali benefici può aiutare a migliorare la salute generale.

In questo studio, si è voluto verificare se i recettori nucleari di ormoni steroidei, in particolare i recettori beta per gli estrogeni, siano in grado di influenzare la composizione dei batteri intestinali. Alcuni ormoni steroidei, come l’estradiolo e i fitoestrogeni alimentari, sono noti per rappresentare un fattore predisponente allo sviluppo di infiammazioni gastrointestinali nonché forme di tumore estrogeno-sensibile al seno, alla prostata o al colon. Alcuni di questi effetti sono il risultato di regolazioni geniche differenziali, e tessuto-specifiche, da parte del recettore beta degli estrogeni.

Questo, è stato il fulcro del lavoro condotto dal dottor Clinton Allred e riassunto nella presente pubblicazione. In particolare, qui, i ricercatori hanno ipotizzato che alcuni segnali regolatori estrogenici siano mediati, in parte, attraverso l’attività di microrganismi presenti nell’intestino e che le modulazioni dietetiche possano essere impiegate per modificarle. Al fine di studiare gli effetti sia dei recettori quanto della dieta sui microrganismi intestinali, gli scienziati hanno inizialmente allevato topi di sesso femminile con una dieta complessa ricca di fibre di origine vegetale contenente composti estrogenici: gli isoflavoni. Gli animali sono stati in seguito alimentati, per due settimane, con una dieta semplice priva di isoflavoni, ma ricca di zuccheri altamente raffinati. Durante tutto questo periodo la composizione dei batteri fecali è stata monitorata. Come ci si poteva aspettare, lo studio ha permesso di riscontrate differenze significative tra la composizione microbica intestinale dei topi nutriti con una dieta biochimicamente complessa contenente isoflavoni e quelli alimentati attraverso un regime alimentare semplice, privo di isoflavoni. Osservazione interessante, il microbiota intestinale differiva tra i topi a seconda che questi esprimessero o meno recettori beta per gli estrogeni. Modelli microbici caratterizzati dalla presenza di Lactobacillales erano esclusivi e molto abbondanti tra i topi nutriti con una dieta complessa contenente isoflavoni. E’ da tener presente che alcuni Lactobacillales sono in grado di esercitare una azione probiotica se assunti in numero adeguato attraverso integratori alimentari o dietetici.

Ciò porta alla riflessione che particolari comportamenti o modulazioni, potrebbero far si che le specie microbiche indigene possano promuovere un’azione probiotica che favorisce il miglioramento dello stato di salute intestinale. Al contrario, i ricercatori hanno osservato che la diversità relativa ai Proteobacteria aumentava in maniera significativa a seguito del passaggio alla dieta semplice priva di isoflavoni. I Proteobacteria includono un certo numero di specie comunemente riscontrate in malattie intestinali (es Escherichia, Salmonella ecc.). Questi e altri risultati dello studio dimostrano che lo stato dei recettori steroidei e la complessità della dieta potrebbero giocare un ruolo importante nel mantenimento e nella modulazione del microbiota intestinale.

Mentre è assodato che l’equilibrio e la composizione del Microbiota variano con l’età, solo ora stiamo apprendendo come la nostra genetica e le nostre scelte alimentari siano in grado di influenzare la nostra salute, modificando la composizione e l’attività dei microrganismi intestinali. Questo studio potrebbe rappresentare, nel lungo termine, un aiuto allo sviluppo di nuovi probiotici, prebiotici, strategie nutrizionali e farmacologiche in grado di migliorare la salute generale degli individui, promuovendo la crescita e l’attività di microrganismi intestinali benefici.

 

Giacomo Pagliaro

 

 

Per maggiori info:

http://aem.asm.org/content/79/18/5763

 

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