La gotta è una patologia articolare che colpisce l’1-2% della popolazione adulta nei paesi sviluppati, rappresentando la più frequente forma di artrite infiammatoria negli uomini; la sua prevalenza è in aumento negli ultimi decenni.
E’ una patologia antica, già nota al tempo degli Egizi, ed Ippocrate nel V secolo a.C., per primo descrisse la podagra (gotta dell’articolazione del piede).

La gotta è la conseguenza di un alterato metabolismo dell’acido urico che determina una condizione di iperuricemia cronica, che costituisce il più importante fattore di rischio per la gotta. L’acido urico è una sostanza presente normalmente nel nostro corpo, che deriva dal metabolismo delle purine; normalmente, l’acido urico viene eliminato dal rene con le urine. Tuttavia se il corpo ne produce in eccesso e/o se il rene non riesce ad eliminarlo, l’acido urico si accumula nell’organismo.
Si manifesta solitamente con attacchi ricorrenti di artrite acuta (dolore, arrossamento, gonfiore delle articolazioni), ed in alcuni casi può cronicizzare, con comparsa di tofi (depositi di acido urico sottoforma di noduli a livello delle articolazioni) e nefropatia cronica.

La dieta in alcuni casi svolge un ruolo fondamentale. Nei secoli scorsi, fino al secondo dopoguerra infatti la gotta era appannaggio solo dei ricchi, che si alimentavano e bevevano in maniera eccessiva; tra gli alimenti incriminati troviamo: carni, frattaglie, cacciagione, insaccati, formaggi. Importante è anche la componente genetica, questo spiega come numerosi casi si presentassero soprattutto in alcune nobili famiglie.

Un recente studio pubblicato su “Arthritis & Rheumatism” da ricercatori dell’Università di Boston, ha messo in evidenza come le ciliegie hanno il potere di ridurre l’incidenza degli attacchi di gotta, grazie alle proprietà antinfiammatorie del frutto.
Sono stati valutati gli effetti dell’assunzione di ciliegie o estratto di ciliegie in varie dosi e forme. Si andava da una mezza tazza (o 10-12 ciliegie) a un bicchiere di succo.
Lo studio è stato condotto su un gruppo di 633 pazienti affetti da gotta. I partecipanti sono stati seguiti per un anno. Sono state chieste loro alcune informazioni in relazione all’attacco di gotta: la data, sintomi e segni, e potenziali fattori di rischio (tra cui l’assunzione di ciliegie o succo di cieligia) nei due giorni precedenti l’attacco di gotta.
Dai risultati è emerso che l’assunzione di ciliegie nei due giorni precedenti l’attacco di gotta riduce il rischio del 35% se paragonato alla non assunzione; l’effetto dell’assunzione di ciliegie persisteva in tutti i sottogruppi in base al sesso, presenza di obesità, assunzione di purine, uso di alcol, uso di diuretici, e uso di farmaci anti-gotta. Se l’assunzione di ciliegie era combinata alla terapia con allopurinolo (farmaco che riduce la produzione di acido urico, utilizzato per la prevenzione) il rischio si riduceva del 75%.
Durante il periodo di follow-up, i ricercatori hanno registrato 1.247 attacchi di gotta. Di questi, il 92% si verificava alla base del dito alluce; il resto in altre zone del corpo in corrispondenza delle articolazioni.
Le ciliegie pertanto si dimostrano un valido aiuto nella prevenzione e nel controllo degli attacchi acuti di gotta. Gli antiossidanti contenuti nelle ciliegie svolgono un effetto antinfiammatorio andando ad inibire quegli enzimi che sono di solito il target di farmaci antinfiammatori, come l’ibuprofene.
La terapia standard non dovrebbe essere abbandonata da chi è affetto dalla malattia, ma il seguire una dieta sana è comunque il modo migliore per prevenire la gotta.

Per approfondimenti:
“Cherry consumption and the risk of recurrent gout attacks”. Zhang Y et al; Arthritis Rheum. 2012 Sep 28
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23023818
http://www.medicalnewstoday.com/articles/250862.php