Pare che a contribuire ai successi degli atleti britannici possa anche esservi il succo di barbabietola rossa,che migliorerebbe le prestazioni agonistiche di categorie come ciclisti e apneisti.

Questa la tesi sostenuta da un gruppo di ricercatori della School of Sport and Health Sciences dell’Università di Exeter (Gran Bretagna), diretto dal Professor Andrew Jones che, negli ultimi anni, ha pubblicato svariati articoli su riviste internazionali del settore, quali Medicine and Science in Sports and Exercise, European Journal of Applied Physiology, Respiratory Physiology & Neurobiology e Journal of Applied Physiology.

Secondo il gruppo di ricercatori, il consumo di succo di barbabietola migliorerebbe le prestazioni agonistiche in termini di potenza, velocità e riduzione dell’affaticamento muscolare, specialmente nel ciclismo, nell’apnea statica, nella corsa e nella camminata veloce.

In uno dei primi studi, gli esperti britannici hanno selezionato 9 ciclisti moderatamente allenati, sottoponendoli ad un test agonistico (due tracciati diversi, uno di 4 e l’altro di 16 chilometri in bici), valutandone velocità, tempo di percorrenza e potenza (in watt).

La prima prova è stata condotta dopo aver bevuto mezzo litro di succo di barbabietola integro (contenente ~6.2 mmoli di nitrati), la seconda prova invece, dopo aver consumato la stessa quantità ma priva di nitrati. Dopo aver consumato il succo di barbabietola completo, i volontari hanno manifestato una maggiore potenza a parità di sforzo (potenziale sintomo di maggior efficienza contrattile dei muscoli e miglior funzionamento del sistema cardiovascolare). Si è osservata inoltre la riduzione del tempo, sia sul percorso da 4 km (-11 secondi, 2.8% del totale) che sul quello da 16 km (-45 secondi, 2.8% del totale).

Mentre, per verificare se gli effetti ergogenici persistono in gare di maggior resistenza, e se la supplementazione del succo possa migliorare le prestazioni di atleti professionisti, 18 volontari furono poi coinvolti in un secondo studio. Tuttavia il consumo di succo di barbabietola prima di una gara di 50 miglia sembra non abbia migliorato  in modo significativo le prestazioni in ciclisti ben allenati, probabilmente per un effetto di mascheramento.

Al fine di chiarire le basi meccanicistiche della riduzione del consumo di O2 durante l’esercizio fisico, dopo breve supplementazione di succo di barbabietola, un gruppo di volontari (età 19-38 anni), è stato poi coinvolto in uno studio randomizzato, incrociato, in doppio cieco: per 6 giorni consecutivi i soggetti hanno consumato 500 ml di succo di barbabietola ricco di nitrati o una bevanda con funzione di placebo, con contenuto di nitrati trascurabile.

Negli ultimi 3 giorni gli atleti hanno completato una serie di test da sforzo (tipo “step”) a bassa e ad alta intensità, per la determinazione del metabolismo muscolare e del consumo di ossigeno polmonare durante la prova da sforzo. Durante gli esercizi a bassa e alta intensità, il consumo di succo di barbabietole si è associato ad una diminuzione della concentrazione di fosfocreatina muscolare, a una riduzione del tasso totale di turnover dell’ATP e ad un aumento del consumo di ossigeno polmonare.

Pertanto, come afferma il professor Jones, il merito delle barbabietole sta nei nitrati (NO??), in grado di agire su due fronti: da una parte, i nitrati della dieta sono convertiti in ossido nitrico, che ha un effetto vasodilatatore, abbassando la pressione sanguigna a riposo e migliorando l’ossigenazione dei tessuti, d’altra parte, l’ossido nitrico riduce l’ossigeno richiesto dai muscoli, riducendo i costi metabolici nel tessuto muscolare, prolungando in tal modo la tolleranza agli esercizi ad alta intensità e migliorando le prestazioni.

A livello agonistico, tali cambiamenti metabolici possono costituire una differenza significativa e la ricerca potrebbe avere importanti applicazioni sia nel campo della medicina che dello sport.

Alcuni degli articoli citati sono disponibili ai seguenti link:

http://www.springerlink.com/content/065212l35615vp58/

http://jap.physiology.org/content/110/3/591.long

http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1569904812001036