Un nuovo studio europeo afferma che un aumento nel sangue di tutte le forme della vitamina E può ridurre il rischio di deterioramento cognitivo lieve (MCI) nelle persone anziane.

La vitamina “E” è presente in molti alimenti di origine vegetale, come ad esempio nell’olio di canapa, nell’olio d’oliva e soprattutto nell’olio di germe di grano, anche presente nei cereali, frutta ed ortaggi. Molto ricche ne sono le nocciole, le noci e le mandorle.
Questa vitamina è un composto alimentare con proprietà antiossidanti, coinvolto nella protezione dai radicali liberi. Gli studi fino ad oggi effettuati hanno ipotizzato un suo possibile ruolo per la prevenzione e la riduzione del deterioramento cognitivo.

Il nuovo studio europeo è stato il primo a valutare gli effetti di tutte le otto forme di vitamina E sul deterioramento cognitivo lieve (MCI) e sul morbo di Alzheimer (AD).
Ci sono otto forme di vitamina E: quattro tocoferoli (alfa, beta, gamma, delta) e quattro tocotrienoli (alfa, beta, gamma, delta). L’ alfa-tocoferolo è la fonte principale di vitamina E che si trova negli integratori e nella dieta europea, mentre il gamma-tocoferolo è la forma più comune presente nella dieta americana.

I risultati dello studio  hanno rilevato che il rischio di MDI diminuiva del 15% e dell’8% nelle persone con i più alti livelli di tocoferoli e tocotrienoli, rispettivamente.

Lo studio nei dettagli:

I ricercatori, guidati dalla Dr.ssa Francesca Mangialasche dalla Karolinska Institutet di Stoccolma, Svezia, hanno analizzato i dati provenienti dall’AddNeuroMed-Project. I dati erano di 168 persone affette da Alzheimer, 166 persone con MCI, e 187 persone con normale funzione cognitiva.  Tutti i partecipanti avevano almeno 65 anni di età.

I risultati hanno mostrato che, rispetto alle persone con normale funzione cognitiva, le persone con MCI ed Alzhiemer avevano bassi i livelli medi di tocoferoli e tocotrienoli, ed i livelli di vitamina E totale.

Secondo i ricercatori, il declino cognitivo lieve può spesso precedere l’insorgenza di Alzheimer, e molte ricerche hanno suggerito che lo stress ossidativo e nitrosativo può svolgere un ruolo nello sviluppo della malattia.

I ricercatori a tal proposito hanno commentato: “Nel nostro studio, è stata evidenziata sia nei pazienti con AD sia in quelli con MCI, la riduzione nel plasma di tutte le forme di vitamina E, insieme con un aumento del danno ossidativo e nitrosativo, supportando dunque l’ipotesi che lo stress ossidativo e nitrosativo siano entrambi fenomeni precoci nell’AD, e suggerendo un potenziale ruolo della vitamina E nella neurodegenerazione”.

La Dr.ssa Mangialasche ha detto che gli studi clinici che hanno utilizzato la vitamina E si sono limitati all’uso della forma alfa-tocoferolo,  e non vi sono prove che l’utilizzo di questa unica forma di vitamina E possa essere collegata ad un aumento del rischio di ictus.

“Inoltre, gli integratori a base di alfa-tocoferolo possono diminuire la biodisponibilità delle altre forme”e dunque i ricercatori suggeriscono:“È necessaria una presenza equilibrata delle diverse forme della vitamina E per la neuroprotezione.”

Per leggere l’abstract dell’articolo:
http://www.neurobiologyofaging.org/article/S0197-4580%2811%2900498-2/abstract

Dott.ssa Francesca Trinastich